La necessità di rivolgersi ad un psicoterapeuta nasce innanzitutto da una sensazione di profonda sofferenza o disagio di cui non si riesce a trovare una motivazione e che causano blocchi e difficoltà nelle attività lavorative e nelle relazioni affettive della persona. La salute, infatti, è un sistema complesso che non si definisce semplicemente nella corretta funzionalità fisiologica. Nel 1946 la salute è stata definita dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia”.
Un percorso di psicoterapia apre alla possibilità di trovare un nuovo equilibrio psichico, trovare senso rispetto alla propria personalità, riconoscere e spezzare eventuali catene emotive che bloccano il processo di individuazione e quindi la propria naturale espressione.
Quindi esso può essere visto non soltanto come un processo di cura e guarigione in senso stretto che richiami ad un concetto di sè come “malato” o “non normale”, etichette che spesso spaventano a tal punto le persone da bloccare la loro richiesta di aiuto. La psicoterapia può essere vista come un percorso di maturazione e crescita personali, la possibilità di avere maggiore consapevolezza di sè nei limiti come nelle capacità reali. Questo non significa che qualunque altro percorso di crescita possa sostituirsi ad una psicoterapia. Certamente fare attività che portano benessere aiutano, come le vacanze, stare con gli amici, frequentare palestre o corsi di vario tipo, ma queste non possono bastare quando il livello di sofferenza è molto profondo, quando non riusciamo a liberarci dai nostri schemi mentali per cui ci ritroviamo sempre allo stesso punto morto.
Il cambiamento spesso spaventa ed un professionista lo sa bene e sa come aiutare la persona nel rispetto dei propri tempi e della propria individualità. Per quanto possa sembrare difficile certamente non è impossibile. Ogni essere umano ha come bisogno primario quello di essere “visto”, riconosciuto, per potersi a sua volta riconoscere.