Il mondo dei bambini è fatto soprattutto di immagini: il loro cervello non è ancora sviluppato come quello dell’adulto, non hanno possibilità di accesso lessicale alle loro sensazioni ed emozioni.
La terapia attraverso il gioco simbolico, creare storie con metafore e il disegno permette di accedere al loro mondo interno, rende possibile la comunicazione anche dei traumi più complessi.
Mi piace molto entrare nel loro mondo e insieme a loro creare significati nuovi che possano ridare respiro e sbloccare l’impasse.
Come posso capire se il mio bambino sta male?
Nei bambini la comunicazione di un disagio difficilmente avviene per via verbale. I piccoli spesso non sanno dire che cosa sentono nè il motivo, non sono ancora capaci di portare le loro sensazioni di malessere psichico su di un piano di pensabilità. Quindi essi comunicano attraverso il comportamento e il corpo.
Possono manifestare crisi di pianto che passano come capricci ma molto intensi, disturbi del sonno, paure di vario genere, mutismo, oppositività o sintomi somatici (quando siano escluse le cause mediche) come mal di pancia, vomito, cefalea.
Inoltre assorbono l’atmosfera familiare anche quando i genitori fanno di tutto per proteggerli da eventi traumatici come lutti o separazioni.
Spesso il problema può essere risolto con una breve consulenza durante la quale si aiutano i genitori (che molte volte vivono momenti stressanti) a comprendere il messaggio del loro bambino, interpretarlo nel modo giusto favorendone la “digeribilità”. Si potrebbe pensare alle emozioni come al cibo: così come i bimbi sono stati svezzati nella loro alimentazione allo stesso modo bisogna imparare ad aiutarli a digerire le loro emozioni.
La consulenza non è un giudizio, si cerca insieme di capire cosa sta avvenendo alla famiglia in questo momento di vita e si cercano le soluzioni possibili ristabilendo l’equilibrio e riconnettendosi alle proprie risorse.
Dott.ssa Marilisa Guardascione
Comments
Floralba
Mi Preoccupa mio figlio
Dottoressa Marilisa Guardascione
Gentile Floralba, la preoccupazione per suo figlio fa parte dell’amore che ha per lui. Sicuramente suo figlio ha una madre attenta che lo osserva e lo riconosce. L’ importante ora sarebbe non bloccarsi e passare dal “preoccuparsi di” all’ “occuparsi di” , con un atto di fiducia nelle proprie capacità e, se servisse, anche chiedendo un parere professionale.