Capita a tutti i genitori prima o poi di veder scomparire il bambino dolce e affettuoso per ritrovarsi di fronte un figlio adolescente e chiedersi “Chi è questo sconosciuto?”
“Un ragazzo è, di tutte le bestie selvagge, la più difficile da trattare” Platone
La traduzione letterale dal latino del termine “adolescente” significa “colui che si sta ancora nutrendo”, mentre l’adulto è “colui che si è già nutrito”.
Con gli adolescenti, dunque, ci troviamo di fronte esseri in crescita, affamati di esperienze, in lotta perenne per differenziarsi. Ci appaiono incoscienti, in preda agli impulsi, inconoscibili e sfuggenti. Niente di patologico: è il loro ruolo.
Ma le pressioni sociali, le difficoltà familiari, esperienze dolorose come lutti, separazioni, attaccamento insicuro, possono rompere il normale equilibrio.
Si manifestano sintomi come anedonia, ansia, chiusura sociale o al contrario impulsività con condotte pericolose per sé (cutting, disturbi del comportamento alimentare, dipendenze).
Per un genitore può non essere semplice aiutare il proprio figlio anche con tutto l’amore del mondo.
La psicoterapia con adolescenti può essere un valido aiuto in un momento in cui si pongono le basi per una vita adulta soddisfacente e serena. Meglio prima che dopo.
Anche i genitori possono avere bisogno di aiuto per capire ciò che sta succedendo e recuperare il proprio equilibrio.
Una metafora che mi piace molto è quella del seme che ha in sé già tutto quello che serve per crescere e svilupparsi con la massima “diventa ciò che sei” come scopo dell’esistenza
DOtt.ssa Marilisa Guardascione