Nei bambini la comunicazione di un disagio difficilmente avviene per via verbale. I piccoli spesso non sanno dire che cosa sentono nè il motivo, non sono ancora capaci di portare le loro sensazioni di malessere psichico su di un piano di pensabilità. Quindi essi comunicano attraverso il comportamento e il corpo.

Possono manifestare crisi di pianto che passano come capricci ma molto intensi, disturbi del sonno, paure di vario genere, mutismo, oppositività o sintomi somatici (quando siano escluse le cause mediche) come mal di pancia, vomito, cefalea.

Inoltre assorbono l’atmosfera familiare anche quando i genitori fanno di tutto per proteggerli da eventi traumatici come lutti o separazioni.

Spesso il problema può essere risolto con una breve consulenza durante la quale si aiutano i genitori (che molte volte vivono momenti stressanti) a comprendere il messaggio del loro bambino, interpretarlo nel modo giusto favorendone la “digeribilità”. Si potrebbe pensare alle emozioni come al cibo: così come i bimbi sono stati svezzati nella loro alimentazione allo stesso modo bisogna imparare ad aiutarli a digerire le loro emozioni.

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